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L’ALDILA’ E I SUOI MESSAGGERI

17 gennaio 2004

Lo scorso 17 gennaio, presso la saletta dei Comuni, sita in via Silvio Pellico a Pisa, si è tenuto il primo incontro-dibattito pubblico del 2004 dal titolo “L’Aldilà e i suoi Messaggeri”.

 

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Relatore d’eccezione è stato Padre Ulderico Pasquale Magni a cui la nostra più sincera gratitudine per l’impegno e l’inesauribile vigoria che lo contraddistinguono. Tali eccelse qualità sono doni di Dio a cui rivolgiamo il nostro ringraziamento per il privilegio che ci concede di conoscere e frequentare un suo ministro così infaticabile che mai si risparmia quando si tratta di portare luce laddove necessita.
L’incontro del 17 gennaio scorso è stato patrocinato dalla Provincia di Pisa, unitamente al Centro Holos e alla nostra associazione Grazie mio Dio che da tempo si occupa di temi inerenti alla Sopravvivenza dello spirito nell’Oltre.
Dopo i brevi saluti della signora Jolanda Pietrobelli rivolti verso il numeroso pubblico ha preso la parola la sottoscritta che ha avuto anche il compito di coordinatrice. Nonostante il congruo numero di persone presenti che hanno letteralmente affollato la Saletta dei Comuni tutto si è svolto nel migliore dei modi.
Oltre a Padre Magni ha partecipato come relatore anche il dott. Claudio Bargellini, biologo e ricercatore pisano, anch’egli testimone di “contatto” con l’Altra Dimensione.
Padre Magni, con la sua iniziale relazione, ha introdotto il discorso portandolo – come solo lui sa fare – sul piano di una migliore comprensione di alcune testimonianze che prima del dibattito con il pubblico sono state esposte dai diretti interessati.
Penso di farle cosa gradita trascrivendo di seguito e abbastanza fedelmente il testo della relazione di Padre Magni e di altre due testimonianze che ho ricavato riascoltando la registrazione fatta durante la conferenza.
Fra parentesi quadra sono le omissioni dovute a parole che sono risultate poco chiare al riascolto.

Padre Magni ha iniziato citando un verso di Leopardi:
“Abisso orrido, immenso, ov’ei precipitando il tutto obblia” – Canti [XXIII Canto Notturno di un Pastore Errante dell’Asia].
Leopardi, uomo dell’ ‘800 utilizza questa immagine di tipo geometrico, l’immagine dell’abisso. E le immagini di tipo geometrico sono quelle che maggiormente ci vengono incontro quando dobbiamo parlare di alcuni temi trascendenti che non hanno l’immediata corrispondenza con le strutture del reale a noi conosciuto.
Ecco allora che ci troviamo di fronte alla geometria: “Aldilà”. Che cosa vuol dire Aldilà? Evidentemente l’espressione ha una valenza metaforica però non aspettatevi da me un discorso teologico o fideistico ma scientifico, assolutamente scientifico. Voglio restare aderente al fatto scientifico perché qualcuno pensa che quando si comincia il discorso sulla Parapsicologia si fa un discorso a vanvera e si può dire tutto quello che si vuole. Io non mi interesso di questo ma mi interesso di un discorso delle scienze oggi riconosciute da tutti, da tutto l’Occidente, Scienze di frontiera. Io vi faccio un discorso di frontiera perché subito dopo, quelli che debbono parlare, debbono portarvi in un mondo che non è nella frontiera presente ma è nell’Oltre e allora comincio subito con il concetto dell’ “Aldilà”. Questo concetto, come voi capite subito, deriva da un rapporto che la matematica chiama relatività. Perché se io dico Aldilà voi mi considerate su un piano che finisce ed oltre quel piano c’è un “aldilà”.
Perché noi siamo creature a due, a tre dimensioni, sembra. Ma poi siamo a quattro dimensioni dove dovremo arrivare quando parleremo davvero dell’Aldilà […]. Le dimensioni partono da un punto. Il punto genera la linea (Prima dimensione). La linea genera il piano (Seconda dimensione). Il piano genera lo spazio (Terza dimensione). Sono le dimensioni dell’Universo come noi lo immaginiamo, senonché, in queste prime dimensioni, noi, dicendo “aldilà” ci fermiamo. Per esempio: al di là di questa sala c’è un’altra sala. Invece portiamo il discorso dalla terza alla quarta dimensione perché se vogliamo trattare il problema stando alla terza dimensione non ci caviamo nulla.
Bisogna arrivare alla quarta dimensione. Mi trovo con un astronauta che mi dice “io sono su, tu sei giù” e io mi ritrovo, infatti tutti i miei precedenti della storia della vita e del pensiero oltre “al di là” dicevano “al di sotto” (inferi) e “al di sopra” (superi). Al di sotto c’è l’inferno e al di sopra c’è il Cielo. Siamo esattamente nelle dimensioni attraverso le quali l’umanità d’Oriente e d’Occidente ha ragionato sempre, fino ad oggi, quando ragionava secondo il ragionamento scolastico, quello comune, ordinario.
L’astronauta mi dice “guarda, io ti insegno che il di sopra e il di sotto sono validi soltanto, nel senso matematico, in rapporto a una massa gravitazionale. Se tu sei nel rapporto della gravitazione della Terra troverai l’al di là e l’al di qua, l’al di sotto e l’al di sopra ma se ti trovi, come me, in uno spazio che non ha punti gravitazionali (facciamo conto sia a trecentomila o quattrocentomila chilometri dalla Terra), lontano da blocchi gravitazionali, per me l’al di là, l’al di qua, il di sopra, il di sotto non hanno senso. Se non ha senso per l’essere umano che semplicemente ha cambiato la posizione da un rapporto gravitazionale col pianeta Terra a un altro rapporto che non ha il suo immediato di un altro pianeta ecco che allora noi dobbiamo liberarci esattamente dal rapporto gravitazionale e quando diciamo “aldilà” dobbiamo subito dimenticare la sala che è al di là e quando diciamo sopra o sotto dobbiamo dimenticare gli inferi e i superi.
Dobbiamo portarci al livello delle quattro dimensioni.
Coloro che vogliono mettere in scacco matto la Parapsicologia e si riferiscono alla scienza non la conoscono. Conoscono la scienza dell’ ‘800, del mio bisnonno… Chi è che contesta questo dal punto di vista scientifico non ha assolutamente conoscenza delle scienze di frontiera. La scienza di frontiera da un secolo a questa parte ci ha dato la quarta dimensione. E nella quarta dimensione noi ci troviamo a pieno agio e dalla quarta dimensione noi facciamo discorsi a pieno agio. Voi direte: e che cos’è questa quarta dimensione? E’ semplicissimo.
Partenza. Il punto. La fisica del passato voleva ricapitolare tutto l’Universo nel punto, poi si è accorta che il punto va bene per le particelle, per i corpuscoli, per i corpi, per la materia, per la massa. La massa è energia ci dice Einstein, dovete cominciare a cambiare idea. Come dovete cambiare idea sul fatto che il tempo non è assoluto ma è relativo, e il tempo e spazio sono separati a livello macroscopico ma non sono separati a livello di microcosmo e li posso scambiare fra di loro. Adesso state bene attenti come facciamo ad arrivare al concetto della quarta dimensione.
Le tre dimensioni sono quelle euclidee: lunghezza – larghezza – altezza. Voi, se restate in questo universo non ne venite più fuori. Hai un cubo? Alzalo, a quante dimensioni? Tre. Portalo a cento miliardi: tre, sempre tre. Una sfera se l’allarghi rimane a tre, sempre a tre. Come fai ad arrivare alla quarta dimensione? Nel momento in cui abbiamo portato l’attenzione non più sugli oggetti di tipo corpuscolare – anche se in un certo senso sì – ma con la teoria dei quanti abbiamo portato l’attenzione su un ente che già di per se stesso è a quattro dimensioni. Tanto per non parlarvi dei quanti perché è un discorso fisico e quindi un po’ più difficile, vi parlo adesso del punto di partenza.
Io ho avuto maestri che mi dicevano tutta la realtà è materia, tutto parte dalla materia. Io posso partire da un corpuscolo e ti faccio l’Universo. L’idealista mi diceva non è vero perché io ho un’idea e la mia idea non va d’accordo con la tua materia e io, attraverso un’idea, ti costruisco tutto l’Universo. Pensate che tutta la filosofia naturalistica dell’Ottocento e del Novecento ha giocato su questi due temi: della Natura in quanto è materia, della Natura in quanto è idea. Un bel giorno ci viene in mente: “e dopo la materia, il corpuscolo e l’idea?”. Non c’è qualche altra cosina di nostra comune abitudine? C’è, e cos’è? E’ la nota musicale. Quando Cartesio disse distinguiamo il mondo in due Universi: l’Universo della realtà materiale (spazio) e l’altro (universo) che è il pensiero lui non sapeva e non poteva sapere che c’era un elemento che sarebbe venuto fuori alla fine dell’Ottocento e avrebbe rimesso tutte le carte sottosopra e avrebbe detto dovete rifare tutto da capo. Cos’era questo elemento? E’ l’elettrone. Siamo nell’epoca elettronica e lo conosciamo (1897). Il quale ha detto: vuoi partire dall’atomo? No, troppo grande! Parti da me che sono una particellina dell’atomo. Ma guarda che io sono una particellina che ha due nature! Tu prete dici che Cristo ha due nature, divina e umana, va bene, rispetto ma io ho due nature: corpuscolo ed onda.
Questo oggetto qua (telefono cellulare) di cui non possiamo fare a meno e tutta la struttura elettrica ed elettronica che abbiamo è legata a questo punto di partenza: elettrone, il quale però dice statemi bene attenti, che io vi compaio come corpuscolo ma ho un’altra natura che si chiama ondulatoria. Cos’è la struttura ondulatoria? Le quattro dimensioni. Perché quattro dimensioni? Abbiamo detto tre dimensioni: linea, piano, spazio, andiamo oltre? Ultraspazio? Lascialo perdere. Torniamo da capo. Il fulcro, un punto vibrante, la nota musicale. Qual è la natura della nota musicale? Sempre due, mai una. Tutti i materialisti o positivisti che siano, oppure realisti, sbagliano tutto perché vogliono partire da un punto sbagliato. Devi partire dal fatto che il mondo è di struttura essenzialmente musicale. Pitagora in un certo senso lo diceva ma oggi lo abbiamo scoperto perché soltanto a livello della nota musicale noi abbiamo sempre un duo, mai un uno. Ma il duo potrebbe essere assorbito da uno dei due? No, non può essere assorbito perché se uno cresce l’altro diminuisce. Prendete la corda del violino, pizzicatela, avete una nota. Dividetela a metà. La nota è un’ottava sopra. Dividete a metà: scendete verso il minimo possibile della nota musicale della nota del violino. Arrivando verso lo zero arrivate con le vibrazioni all’infinito. Allora ecco che la scienza dell’Ottocento dice: non pensate mai di andare fino in fondo ai discorsi perché noi siamo di struttura modulata e se tu vai al fondo di un discorso hai obliterato l’altro, hai finito tutto. Mentre una delle due va verso l’infinito l’altra va verso lo zero. Se tu vai verso lo zero tu hai un segno di vibrazioni all’infinito ma la scienza ti dice non toccare né l’uno né l’altro e fra l’uno e l’altro che poggia il tuo discorso. Ecco allora la quarta dimensione. Le tre dimensioni di carattere spaziale (euclidee) che ci hanno guidato e la quarta dimensione della nota musicale che significa la vibrazione, il numero di vibrazioni. Non restate abbagliati da quella luce (del lampadario) che è continua. Andate a chiedere a quella luce che ha migliaia di spegni e accendi al secondo. Tu non te ne accorgi, c’è una continuità nella retina. Ecco allora, abbiamo la quarta dimensione nel segno del tempo e dello spazio uniti insieme. Il corpo nostro che è corpo di carne, è corpo di molecole è a tre dimensioni (altezza, larghezza e lunghezza) a cominciare dal genoma. Ma com’è che il genoma fatto di molecole, la doppia elica, è un programma, è un codice. Quando dico codice, programma non sono mica più nella fisica e nella chimica, io sono nella metafisica, nella logica, matematica, per cui abbiamo fatto la scoperta che la fisica ondulatoria a quattro dimensioni ti porta direttamente alla vigilia della metafisica e le dimensioni del genoma ti portano direttamente alla metafisica.
Io continuo a dire, ho detto un’altra volta a Pisa, ho fatto una critica a Crick che pure ci ha dato il genoma e gli ho detto: ma insomma, queste cose me le hai insegnate tu. Tu parti dal cervello, psicologi tutti, partite dal cervello? Zitti tutti, perché arrivate a un punto in cui dovete tacere e che il cervello non dice più nulla, perché il cervello è fatto dal nulla. E’ il genoma che fa il cervello, non è il cervello che fa il genoma! Datemi un uomo in tutto l’Universo e che faccia un millesimo del cervello! Il genoma fa il cervello, nessun cervello fa il genoma! Allora ragazzi, il discorso dovete ricominciarlo tutto da capo, capite o non capite? Io mi sono fatto molto prima di chiamarmi “io”. Cogito ergo sum, ma lascia perdere! Quando io comincio a pensare io mi son fatto già tutto dal nulla. Sono nato da un chicco di frumento che era nulla, no? Mia mamma mi ha dato gli elementi. Gli elementi li ho costruiti io, quell’io che non sono ancora io ma quell’io ontologico, il quale ha detto alle molecole e agli atomi vieni qua che ti costruisco ed è venuto fuori il cervello, il cuore, il sangue, la pelle, ecc. (280 giorni). Capite allora perché oggi diciamo ai nostri amici che sian del CICAP e di altre faccende, ai preti, ai frati e ai vescovi “bisogna che cominciate a svegliarvi!”. Dovete smetterla di ripetere continuamente le stesse formule chimiche, lasciatele fare ai chimici! Dovete cominciare a fare il passo ulteriore. Se tu sei arrivato alla quarta dimensione tu sei il livello della luce, solo la luce e tutte le onde del genere sono di quarta dimensione perché hanno le strutture tridimensionali spaziali e hanno la vibrazione. Come misuri le strutture dimensionali? Col centimetro, col millimetro. Come misuri la vibrazione? Col centimetro? No, signori, l’orologio. Il centimetro è lo spazio, l’orologio è il tempo. Sono uniti insieme: quattro dimensioni. Allora e se noi fossimo in partenza proprio a livello della struttura di fondo del genoma a quattro dimensioni e solo per questo capaci di costruire quello che è capace di costruire il genoma, altro che fare i trapianti. Fate tutti i trapianti che volete ma il discorso di fondo è l’altro.

[…] Ma non t’accorgi che il corpo ha quattro dimensioni [l’io ontologico che dà potenza al corpo genomico a tre dimensioni] e domani io dico: “mi hai servito, ti metto sotto terra, perché io sono io, arricchito anche da te che mi hai funzionato come un microscopio o un telescopio a tre dimensioni, io sono le quattro dimensioni di partenza!…”. Allora l’immortalità la devi cercare prima e dopo, non dell’anima soltanto perché io ho un corpo e il corpo di che cosa è fatto? Di molecole, e le molecole sono fatte di atomi e energia, energia raggiante, esattamente, fotoni. Come l’acqua che riempie il bicchiere e io la butto via, ci lascio una goccia d’acqua, butto via anche quella, che ci rimane? Niente, niente di acqua. L’aria la riempie. Succhio l’aria e ci lascio l’ultimo punto. Cos’è?
Una bollicina di aria, poi tolgo la bollicina di aria. Che c’è? Nulla. No! E’ pieno come prima. Di cosa? Di quello che nessuno nel passato sapeva e che oggi sappiamo: le strutture delle onde. La struttura ondulatoria, quello che usiamo tutti i giorni. E’ qui (microfono) fino al telefonino. Ormai tutto diventa elettronico, tutto diventa fotonico e tutto diventa logonico, cioè significa che quando abbiamo finito l’Universo fisico incomincia l’Universo metafisico cioè spirituale. Corpo e spirito. Lo sapeva la mia nonna ma lo sapeva in un altro contesto. Allora, stando così le cose se io vi dico: il bicchiere è vuoto di acqua, sì, di aria? sì. Di che altro? Che cos’è l’altro?
L’altro è il vuoto quantico. Cos’è il vuoto quantico? E’ il vuoto di tutto eccetto che del quantum elementare che Planck ci ha dato cento anni fa. Chi ci ha parlato delle quattro dimensioni spazio-tempo? Ce ne ha parlato Einstein e tutto questo è stato accolto tranquillamente. Allora, nel momento in cui vogliamo cominciare il discorso sull’Aldilà, per favore, lasciate perdere l’immagine della stanza che ha un’altra stanza, del cielo che sta in alto e dell’abisso che sta in basso. Passate alla quarta dimensione e di che cosa ci può essere dopo la dimensione spazio-temporale. Cosa c’è? Questo ve lo dico subito, ve lo dice la sua parola. Se tu mi dai una parola che ha senso questa è già una dimensione diversa dalla fisica ed energetica che non dà parole che hanno senso. Ti dice tutto e nulla. Comincia l’energia. Se è con Aristotele […] sì ma con la fisica moderna, no. L’energia vuole informazioni, il bit informazionale. Fa parte della scienza, della teoria della informazione. La cibernetica è nata dal concetto di un principio il quale diventa “pilota”. Cibernetica = scienza del pilotare. Chi è che pilota il mio genoma dalla fase iniziale che è cominciata in maggio del 1911 ed è finita nel febbraio del 1912? Chi l’ha pilotata? Mio papà? Faceva l’agricoltore. La mia mamma? Allevava le galline. Vi rendete conto allora che noi dobbiamo fare una rivoluzione del pensiero a Pisa con il nostro amico Galileo il quale dice: siete arrivati ad un crinale, adesso dovete cambiare. Siete arrivati alla fine della terra? Non dovete andare con i piedi ma dovete andare con il vascello. Se siete arrivati alla fine dell’acqua? Dovete andare con le ali. Volete andare sulla Luna? Non ci potete andare con le ali perché dopo un certo chilometro le ali non servono più.
Gli Angeli, che noi rappresentiamo con le ali sono una rappresentazione del volo antico. Oggi, se vai sulla Luna, non ci vai con gli Angeli […]. E’ un altro modo di pensare che parte esattamente dopo avere lasciato le famose categorie che nel passato costituivano l’Assoluto. Perché l’Aldilà? Perché nella struttura ondulatoria avvengono delle cose che stando alla struttura tridimensionale sono completamente assurde. Penso al mio bisnonno.
Il mio bisnonno viene, mi vede con una scatoletta qui (un telefonino) e dice: “Che fai?” “Parlo” “Con chi?” “Con un amico” “Dove sta?” “A Milano” “Aoh! Ma tu sei matto!….
Che mandi di qui alla Luna (384.000 chilometri) L’Acqua? No! La terra? No! Il fuoco […] sì, l’onda, e poi praticamente il superfuoco che è la luce. Ci mandi un’onda. Che cos’è un’onda? La struttura ondulatoria, la trattiamo continuamente, ci fa fare i “miracoli”, ci fa parlare di qui con l’astronauta, ma sapete che solo attraverso una traduzione riesci a parlare con l’astronauta. Chi è che mi viene a dire che con la nostra natura possiamo parlare con l’astronauta mi dice subito una fola perché puoi gridare nessun canto di asino va in cielo […] Ci vogliono i fononi […] che li trasformo in elettroni. Te li trasformo in modo perfetto. Io ho bisogno del filo, piccolo o corto, in transistor, lungo 100 chilometri, io ho bisogno del filo. Senza filo non so far nulla. Lungo il filo vai a cercare la tua voce. Niente, e allora? E’ morta la tua voce? Fononi. E nata la tua voce elettronica. Attenzione… perché quando l’elettrone ha finito il suo filo, se non c’è l’apparecchio che lo rende puramente in fotoni tutto il discorso è finito. Il fotone, invece, attacca e va direttamente alla Luna, va direttamente agli spazi a velocità di 300.000 chilometri al secondo. Per poter comunicare ho bisogno di trasformare. Ecco allora, cari signori, che vi preparate a comunicare con l’Aldilà, stateci attenti che non lo potete fare senza una trasformazione. Qual è la trasformazione? E’ quella spirituale, è quella vostra. La trasformazione dell’Amore, anziché dell’interesse e dei quattrini. Nel momento in cui voi avete la trasformazione dell’amore, voi avete una possibilità di comunicare con gli altri. Allora potete ascoltare, potete sentire lì dentro (il registratore), potete sentire attraverso delle apparecchiature, potete sentire tutto. Però attenzione! Non considerate questo sullo stesso livello. C’è il passaggio che è dalla terza alla quarta dimensione. Il passaggio che è tra il parlare con l’astronauta con la mia voce e il parlare attraverso altre dimensioni […] Quando io che sono ecclesiastico dico “ha ragione la Chiesa, ma c’è una ragione in alto, di poter comunicare con l’Aldilà attraverso il nostro super (non il nostro inter, cioè le nostre condizioni umane) ovvero le nostre condizioni spirituali, a livello spirituale, soprattutto attraverso il Cristo potete comunicare con chicchessia. Vi auguro ogni bene. Evviva.
Segue un lungo applauso.

Successivamente ho ripreso la parola invitando esplicitamente Padre Magni, dal momento che dovranno seguire alcune testimonianze e dato il titolo dell’incontro “L’Aldilà e i suoi Messaggeri”, ad introdurci più dettagliatamente il discorso sugli Angeli.
Allora, il sacerdote, riprendendo la parola risponde:

“Voi capirete benissimo che il mio discorso non è un discorso che si può fare in trenta minuti ma è di getto, no? Il mio discorso significa che noi siamo immortali, non solo nell’anima come ci insegna la Scolastica e il mondo ecclesiale. Siamo immortali nel corpo purché per corpo si intenda non il corpo tipo-massa ma il corpo tipo-luce. Aldilà, quindi, noi cosa troviamo. Io credo che la Teologia ci abbia dato già abbastanza i criteri. Ci ha detto “noi troviamo al di là un concetto di Spirito infinito, Onnipotente e Onnisapiente che vi ama e che Gesù ha detto si chiama Padre e quindi è Dio. Dio che è Spirito senza concetti né di corpuscoli né di onde perché è una struttura tutta trascendente. Poi abbiamo gli Angeli. Sono anch’essi strutture spirituali, trascendenti, senza la co-struttura di carattere fisico. Poi abbiamo l’uomo che invece ha una struttura di carattere trascendente, imago dei, immagine di Dio e la prima opera di Dio che è la Luce”. Più bello di così…
Noi siamo nati con l’Universo e con l’Universo siamo stati concepiti come Luce e come immagine di Dio e poi tutto il resto è venuto successivamente attraverso quello che l’evoluzione ci insegna. E poi abbiamo la realtà materiale, questa a tre dimensioni. Quindi noi “al di là” troviamo esseri i quali, a partire dalla quarta dimensione, finiscono per essere poi nell’Infinito, ad infinite dimensioni. Quindi con gli esseri che sono “al di là” noi abbiamo a che fare con esseri che sono fatti di luce e che attraverso determinate leggi, determinati rapporti, possono comunicare con noi. La Chiesa ammette largamente la comunicazione verso Dio con l’Aldilà verso i Santi, verso i trapassati, ecc. Nell’Aldilà, però, a cominciare dal momento in cui abbandoniamo il corpo sotto terra e quindi moriamo (come si suol dire), troviamo esseri i quali pur essendo a quattro dimensioni come del resto è l’energia, sono di una energia ancora non pulita perché hanno vissuto in maniera imperfetta la loro vita al di qua.
Quando una maniera è perfetta la Chiesa dice “è una Santo e lo puoi anche venerare” e gli altri hanno vissuto in maniera imperfetta quindi incomincia il loro cammino. Per me il loro cammino – voi siete toscani e quindi mi dovete dare ragione – ce l’aveva descritto Dante Alighieri con il suo secondo regno (Purgatorio), cioè comincia con una fase di vibrazioni basse, ancora legate al nostro mondo di qua, a poco a poco… salgono… le vibrazioni salgono e tutte le scorie finiscono per essere abbandonate fino al momento in cui c’è da bere nei due torrenti […] dopodiché sei pronto e disposto a salire. Quindi l’Aldilà da quanto noi possiamo immaginare e pensare attraverso la Teologia, attraverso le comunicazioni e attraverso la scienza è un mondo plurimo col quale bisogna stare attenti a fare i conti perché possiamo avere anche l’aspetto negativo, oltre l’aspetto che è positivo.
Questi Messaggeri, perché si chiamano così? Il messaggero è l’Angelo. Noi terrestri non siamo solo messaggeri ma siamo anche portatori di luce perché abbiamo un corpo di luce. Che questo corpo di luce, a poco a poco, venga ad essere come immerso nella luce infinita di Dio questo è un discorso che i teologi dovranno fare ma adesso lasciamolo da parte. Per adesso diciamo che nell’Aldilà abbiamo delle creature che sono superiori a noi. Quindi il concetto dell’Aldilà è il concetto di un rapporto con molte possibilità per le quali dobbiamo saper scegliere.

Ho ripreso la parola introducendo alcune testimonianze dirette e abbiamo iniziato con letture tratte dal libro di Raymond Moody “Nuove ipotesi di una vita oltre la vita” in cui vengono raccontate storie vissute da persone che sono state letteralmente “salvate” da esseri luminosi o che, dopo una esperienza di NDE, sono “tornati” e hanno raccontato esperienze di stupende visioni. Secondo l’opinione del nostro caro Padre Magni in questi casi si ha uno “sdoppiamento” che talvolta accade tra il corpo somatico e il corpo tipo-luce. Con la morte avviene in maniera definitiva mentre in altri casi (tipo malattia) il corpo di luce ritorna nel tempo attuale.
Volendo riallacciarmi al discorso iniziato da Padre Magni sull’Amore come atteggiamento (trasformazione) fondamentale per entrare in sintonia con la quarta dimensione ho letto un messaggio dall’Oltre in cui Giovanni parla alla mamma dell’Amore e del mondo meraviglioso dove ora lui vive:
“L’Amore vede, abbraccia, consiglia, consola, accarezza, segue, invita, insiste. Tutto può l’Amore e se anche voi già diventaste Amore ci capireste, ci sentireste, ci vedreste e accogliereste la Verità finale, quella riservata a voi e a tutti dal vero Amore di Dio Padre di tutte le creature viventi e del suo soffio.
Amate carissimi come noi amiamo appieno tutto il Creato oltre l’orizzonte del finito, valicate gli spazi della materia, spingetevi a noi che vi aspettiamo e sempre vi seguiamo col nostro rinnovato pensiero e col nostro cuore amante innamorato”.

[Tratto dal libro “I quaderni di Giovanni” di Marta Toniolo]

 

La conferenza prosegue con la narrazione di alcune testimonianze e con un dibattito fra il pubblico presente in Sala e Padre Magni.