“HO VISTO L’ALDILA'”

– Alcuni testimoni raccontano –

 

Sabato 17 gennaio 2009, alle ore 15,30, presso la sala della Circoscrizone 2 a Livorno (Scali Finocchietti 4), si è tenuto un incontro pubblico a ingresso gratuito sulle esperienze di premorte (Near death experience) e hanno partecipato alcune persone che racconteranno la loro esperienza vissuta.

I testimoni sono: Donatella D., Roberto M., ValeriaB., Claudio R.

Questi 4 testimoni hanno varcato, seppure per pochi momenti, la fatidica soglia tra la vita e la morte e, al loro ritorno di qua, hanno riferito di aver visto e sentito una “nuova realtà”.

Le esperienze di confine, denominate Near Death Experience, sono state inizialmente studiate da un medico americano, il dott Raymond Moody, di cui si può leggere sul presente sito nella sezione NDE.

Successivamente altri medici si sono dedicati allo studio di questi fenomeni detti “di confine”.

Importanti gli studi del dott. Sam Parnia che ha istituito una commissione che studia esclusivamente tali fenomeni.

Come viene asserito nel sito:  http://www2.comune.bologna.it/bologna/fbibbdb/notizie.htm

“Sam Parnia – insieme a Peter Fenwick, Stephen Holgate e Robert Peveler dell’Università di Southampton (Regno Unito) – dirige l’AWARE (AWAreness during Resuscitation, Consapevolezza durante la Rianimazione), un programma di studio lanciato dall’Human Consciousness Project dell’università, con lo scopo di studiare le NDE in centri clinici non solo del Regno Unito, ma anche degli Stati Uniti e di altri Paesi europei.
“Contrariamente alle convinzioni popolari” spiega il dottor Parnia, “la morte non è un atto che avviene in un momento specifico. È un processo che inizia quando il cuore cessa di battere, i polmoni smettono di lavorare e il cervello cessa di funzionare: condizione clinica definita arresto cardiaco, che dal punto di vista biologico è sinonimo di morte clinica.
“Durante un arresto cardiaco, tutti e tre quei criteri di morte sono presenti. A questo segue un periodo di tempo, che può variare da pochi secondi a un’ora o più, in cui i tentativi di rianimazione possono ristabilire il battito cardiaco e rendere reversibile quella morte. Ciò che la gente esperisce durante questo lasso di tempo fornisce una finestra unica per comprendere ciò che probabilmente tutti provano in questo stato di approssimazione alla morte”.
Diversi studi scientifici, condotti da ricercatori indipendenti, hanno dimostrato che 10-20% delle persone che subiscono un arresto cardiaco e per le quali è stata dichiarata la morte clinica riferiscono processi di pensiero lucidi e ben strutturati, ragionamenti, ricordi contenenti talvolta dettagli che riguardano eventi accaduti durante il loro incontro con la morte.
L’AWARE sarà condotto utilizzando sofisticate tecnologie per lo studio del cervello e della coscienza durante quel particolare stato. Nello stesso tempo saranno verificate la validità delle esperienze fuori del corpo (OBE) e le affermazioni di vedere e udire durante l’arresto cardiaco. Inoltre l’AWARE sarà affiancato dal BRAIN-1 (Brain Resuscitation Advancement International Network – 1) che prevede test fisiologici e tecniche di monitoraggio sul cervello”.

All’incontro del 17 gennaio, oltre ai 4 testimoni di NDE, ha partecipato il dott. Davide Vaccarin che nel 2007 si è laureato presentando una tesi proprio su questi casi di pazienti in prossimità di morte. Tale tesi si intitola “Approccio medico alla fenomenologia delle esperienze premorte. Analisi di 20 casi”.

Il suo lavoro si è suddiviso nei due fondamentali aspetti, quello scientifico e quello analitico su 20 testimonianze di soggetti intervistati dopo una NDE.

Sul presente sito abbiamo inserito anche una breve intervista al dott. Davide Vaccarin.