Esperienza fuori dal corpo.

   Per lavoro, mi sono trasferito a Pisa nel 1982, con moglie e bambina piccola.
Soffrivo di una fastidiosa rinite ed uno specialista mi ha consigliato un'operazione al setto nasale, per poterne poi scoprire l'origine del problema. Un pomeriggio, mi hanno operato e la sera mi sono ritrovato nel letto col naso pieno di garze. La sera sul tardi, convinto che, per smaltire prima l'anestesia, fosse necessario orinare, ho ritenuto opportuno andare in bagno con le mie gambe, perché mi sentivo in grado di poterlo fare. Il bagno era situato alla parte opposta del lungo corridoio. Quando ho intrapreso la passeggiata, ho incominciato ad avvertire un po’ di debolezza, probabilmente, durante l'operazione avevo perso un po’ di sangue e mentre camminavo, ho incominciato ad avvertire una strana leggerezza. Percorso metà corridoio ho sentito il cuore che aumentava velocemente i battiti, per non cadere, mi sono fermato, accostandomi al muro col proposito di riposarmi ed aspettare che i battiti tornassero normali, ciò, è avvenuto dopo un po’ e quindi ho ripreso a camminare più lentamente, cercando di non affaticarmi, ma dopo pochi passi, ancora il cuore ha ripreso ad aumentare di velocità, però questa volta il ritmo era ancora più veloce; dopo qualche passo, mi sono fermato di nuovo ad aspettare che i battiti rallentassero; è avvenuto ciò ma di poco, nonostante la mia lunga attesa appoggiato al muro. Ormai ero più vicino al bagno, ed ho voluto proseguire… dovevo farcela, anche se molto lentamente sono arrivato in bagno e tenendomi sempre al muro, ne ho fatto qualche goccia. Dopo essere stato un po’ di tempo ad aspettare mi sono accorto che i battiti non erano così tanto veloci e mi sono sentito incoraggiato ad effettuare il viaggio di ritorno.
Appena ho mosso i primi passi, mi sono reso conto che la situazione cardiaca, era immediatamente precipitata; ho effettuato altri tentativi di sosta ma i battiti, non accennavano più a diminuire, finche quasi a metà corridoio, non ho sentito più le ormai inesistenti vibrazioni del cuore Un attimo e non ho visto più niente, buio completo. Mi sono preoccupato di controllare l'apertura delle palpebre, spalancandole il più possibile, la sensazione della loro effettiva apertura, sembrava corrispondere al vero. Le poche forze nelle gambe ormai sentivo che erano appena sufficienti a reggere il peso del corpo, sentivo che venivano meno e già stavo piegando le ginocchia…stavo per cadere. Per evitare ulteriori conseguenze della sicura rovinosa caduta, e preoccupato che avrei sbattuto la tesa in terra, mi sono appoggiato con tutto il corpo e le spalle al muro, cercando di tenermi per quanto mi era possibile in modo eretto e non andare in avanti o in dietro. Mentre andavo giù, il mio ultimo pensiero l'ho rivolto alla mia famiglia che stavo per rovinare e che, "proprio in quel momento della mia vita, mi doveva capitare questa cosa e mi rammaricavo che, avendo contratto da poco quel pesante debito, avrei lasciato nei guai, la povera moglie senza alcun reddito e la figlioletta ". Appena avuto questo pensiero, il cervello ha smesso la sua attività e non so dopo quanto tempo, mi sono ritrovato a guardare la scena del corridoio con un corpo immobile a terra sotto il muro, da una prospettiva diversa da quella che ricordavo d'avere poco prima. Mi trovavo a pochi centimetri dall'angolo superiore di fronte all'uscita del bagno, proprio subito sopra la grande finestra della fine del corridoio. Mi è parsa subito una situazione strana e sono stato lì a cercare di rendermi conto per bene, se quel fenomeno strano fosse una cosa veritiera o fantasia. Guardavo sopra di me il soffitto, ai lati, i muri. Osservavo il corridoio con tutti gli ingressi delle camere, ecc., ho guardavo quel corpo ammonticchiato in terra, solo con l'intento di rendermi conto della nuova situazione e basta.
Quel corpo non mi dava nessuna emozione affettiva, proprio come si trattasse di un oggetto che non mi fosse mai appartenuto fino a poco prima. Ne ignoravo proprio l'esistenza e la precedente sua funzione di contenitore e nemmeno ho avuto più il pensiero al lavoro, ai miei, alla casa che avevo lasciato, niente. Quello che invece mi interessava però, era che me ne la stavo proprio godendo quella nuova ed unica sensazione, con fra l'altro mi sono scrupolosamente preoccupato d'ispezionarne la consistenza e che constatavo di non averne. Sembravo una telecamera sospesa. Non avvertivo più la sensazione di freddo, calore, ne sentivo la sensazione di compressione, odori, quella della fastidiosa sensazione del peso continuo che opprime; era proprio bello.
Dopo tutte queste constatazioni, ho riguardato verso la fine del corridoio e dopo non so quanto, una persona che vegliava un altro ricoverato, a fianco al mio letto situato proprio alla fina della stanza, avendomi visto uscire a non più rientrare, da forse troppo tempo, ha messo la testa fuori guardando in quella direzione ed ha visto il " mio? "corpo. Subito, si è precipitato nella stanza di fronte dov'era l'infermiere che infilando il camice, insieme si sono affrettati ad andare verso il mio corpo. Tentavano di afferrare il corpo flaccido, con l'intenzione di sollevarmi, ma non ci riuscivano e l'infermiere ha incominciato a brontolare per gli insuccessi dell'operazione, finché non ha suggerito all'altro di prendermi da sotto le ascelle e così, con questa mia testa e braccia penzoloni in avanti, mi hanno trascinato lungo il corridoio. ( Sento la necessità di puntualizzare che, in quelle condizioni, non avvertivo la sensazione della cognizione del tempo).
Seguivo tutta la faccenda fino a che non ho perso il contatto visivo con il corpo e cioè, finché non è entrata, nella stanza, la punta del piede; dopodiché, “buio completo” per tutto il tempo che è stato necessario trascinarmi dalla porta , fino al bordo del letto. Non so quanto tempo hanno impiegato ad effettuare tentativi di farmi andare sul letto, so soltanto che, ad un certo momento ho avvertito una sensazione disgustosa, spiacevole, se non orripilante, di essere imprigionato in una gabbia troppo stretta, una cattiva sensazione di compressione esasperata e continuativa, di un caldo umido, di umore untuoso, una sensazione di odore nauseante, di peso, quasi insopportabile; mi sono reso conto con rammarico di essere rientrato nel corpo. Ho aperto gli occhi e mi sono ritrovato in ginocchio, con la testa poggiata sul letto, col volto nella direzione dell'infermiere che forse stavano meditando di come avrebbero fatto a mettermi sul letto. Ho chiesto all'infermiere, cosa mi fosse accaduto e mi ha risposto che non era successo niente. Resomi subito conto delle loro difficoltà nel farmi salire sul letto, ho proposto che avrei provato a farmi forza almeno con una gamba, ho provato ad alzare il ginocchio, ci sono riuscito, ho puntato il piede con la forza che potevo ed i due, ne anno approfittato ad effettuare la spinta sufficiente, per farmi salire.
Ho continuato a vivere ancora, per più di dieci anni, senza cambiare il modo di vivere che avevo prima di quella strana esperienza e non ne ho mai parlato a nessuno perché la ritenevo frutto degli effetti dell'anestesia. Conobbi per lavoro un poliziotto che mi raccontò della sua esperienza extra corporea vissuta però da bambino intorno ai 14 anni, a Bracciano andò a giocare sul lago che si era ghiacciato, gli si è aperto il ghiaccio sotto i piedi ed è andato sotto e si è visto dall'alto sotto lo strato di ghiaccio. Anche lui ebbe le stesse mie sensazioni di indifferenza, vide le persone che essendosi accorte del fatto urlavano dai balconi, l'arrivo dell'autoambulanza, i vari tentativi di estrarlo da sotto il ghiaccio, i lanci delle coperte dai balconi; seguì la corsa a casa e fino a dentro casa sua, e la sistemazione su di una poltrona coprendolo con le coperte e ravvivando al massimo il fuoco, ascoltava tutto quello che dicevano le persone e poi la sgradevole sensazione del rientro.
Sembrava che fino a quel momento la mia esperienza l'avessi dimenticata, ma pensando che il bambino non era sotto l'effetto dell'anestesia mi si è ripresentata alla memoria, tutta, non avevo dimenticato proprio niente. Mi stupiva il notare come il ricordo di un fatto traumatico accaduto più di dieci anni prima potesse rimanere così vivo come se mi fosse accaduto un momento prima. Le trasmissioni alla tv di "misteri" che parlavano di argomenti simili e poi qualcun altro che mi ha parlato personalmente della propria esperienza, mi hanno convinto che quell'avvenimento non era un fatto usuale e per tutti, quindi incominciavo a chiedermi perché proprio a me doveva esser capitato di sperimentare quel fenomeno che effettivamente non mi aveva lasciato nessuna sensazione sgradevole…
Da allora QUALCOSA E' INCOMINCIATO A CAMBIARE IN ME E QUINDI , LA MIA VITA, lentamente, ma inesorabilmente.

Paolo