Questa esperienza di premorte è molto particolare. Il protagonista, Mark Horton, un noto informatico, nel 1992, durante una crisi della morte, raccontò di aver vissuto una esperienza fuori dal corpo. Non entrò nel solito tunnel che ricorre di frequente in chi vive questa esperienza bensì sensazioni di grande leggerezza, benessere e totalmente consapevole di appartenere a un “tuttuno” cosmico.

Lo proponiamo perché da molti anni, la nostra Guida spirituale ci parla di un passaggio all’Aldilà molto simile alla descrizione che Mark Horton fa delle visioni avute durante la sua premorte. La terra, i pianeti, le stelle, le galassie… tutto fa parte di un Uno al quale apparteniamo, da cui veniamo e dove siamo diretti. La via ci è stata segnata nelle stelle perché le stelle sono Luce.

 

 

Esperienza fuori dal corpo

Esperienza di premorte di Mark Horton

 

“Io sono «morto» per un blocco totale dei reni, del fegato e per un arresto respiratorio. Avevo anche una forte emorragia interna e quindi ero in uno stato di anemia. Siccome ero già in coma, ignoro quando la mia NDE abbia cominciato a prodursi.
È consultando il mio rapporto medico che ho realizzato trattarsi di un giorno dell’anno 1992.
Secondo il referto medico, la mia respirazione è cessata durante la sera e sono stato posto sotto assistenza respiratoria. Non respiravo più in maniera indipendente. Penso sia stato quello il momento in cui mi sono “staccato”.
Ho un ricordo molto vago: quello di aver potuto osservare il mio corpo dall’esterno circondato da tubi e macchine… ma non sentivo che fosse il mio. Non posso dire che stessi fluttuando, direi piuttosto che ero come sospeso, trattenuto, mantenuto in un elemento caldo, secco, mentre mi muovevo senza costrizioni di alcun tipo. Ero soltanto presente. Mi percepivo in sicurezza, comodo, calmo, senza dolori. Non solo non mi sentivo intontito, ma ero totalmente consapevole!
Poi “l’esperienza” propriamente detta è incominciata. L’oscurità era totale, quando improvvisamente ciò che somigliava ad una luce sfavillante, molto più splendente di quanto si possa immaginare, rischiarò tutto intorno a me… Tale luminosità irraggiava ogni cosa che mi circondava. Entrai allora in questa luce e sentii che mi elevavo, che prendevo quota, ma non ero cosciente di desiderare una cosa qualsiasi, non più di quanto fossi consapevole del “corpo” con il quale mi muovevo.
Realizzai che non dovevo fare altro che pensare ad un luogo o ad un dato tempo per ritrovarmici immediatamente, conoscendo tutto del posto, dell’ora e delle persone presenti.
Avevo la percezione di essere privo di solidità, pura coscienza radiante… Non avvertivo più la sensazione del mio corpo fisico e avevo perso ogni senso di pesantezza. Era veramente un sentire nuovo per me, un meraviglioso stato di coscienza. Non esistono parole per descriverlo.
Era gradevolissimo, molto bello, una vera delizia, ma non so se sia durato pochi microsecondi o miliardi di anni, non avevo alcuna idea del tempo trascorso. Esso non aveva costrutto, nessun significato o rilevanza in questa nuova esistenza. Ebbi letteralmente la percezione di trovarmi ovunque nell’Universo contemporaneamente.
Poi questa Terra vista dallo spazio-luminosità cessò e fu sostituita da una visione della Terra che si allontanava rapidamente sotto di me. Ero sempre avvolto dalla sensazione di calore, di benessere, ma sotto l’effetto di questo movimento a ritroso sempre più veloce, la visione del Pianeta cedette il posto ad un’altra più estesa del nostro sistema solare, poi, nei brevi attimi che seguirono, a quella di un gruppo di stelle che si trovavano apparentemente in uno dei bracci della nostra galassia.
Ero assorbito in una visione simultanea di piani multipli, il cui campo si estendeva ben al di là di ciò che il concetto di “vedere” rappresenta abitualmente. Me ne andavo sempre più lontano, ma potevo ancora sentire la vibrazione del nostro Globo, cosa che senza dubbio sarebbe stata impossibile nel nostro continuum spazio/temporale, a causa della distanza considerevole che vi doveva essere.

 

Nell’insieme, sentivo del benessere, dello stupore, dell’ammirazione, un sentimento unitario, un senso di “lucidità”, come di pienezza, ed anche un immenso Amore, sebbene tale parola sia, purtroppo, insufficiente per descrivere quello stato di coscienza.
All’improvviso mi sentii completamente acquietato, pronto a dissolvermi per fondermi nell’Unità cosmica. L’irrompere di questa emozione (ancora una volta le parole non hanno alcun senso), di questo incredibile “Amore” come lo percepivo in quel momento, andava oltre tutto ciò che avessi mai provato prima.
Ero l’Unità e, nel contempo, la più minuscola parte dell’insieme. So che questo può sembrare allucinante e lo è anche per me quando ci ripenso… ma io ho veramente vissuto tutto ciò! Non ci sono parole per esprimere questa Gioia, questo Amore e questo Ardore! Sono realmente indescrivibili!
Continuavo ad accelerare allontanandomi, osservando ogni cosa, assimilando tutto e diventando il Tutto sempre di più! Galassie intere divennero delle dimensioni di granelli di sabbia. Ne ho viste di enormi in collisione. Ho osservato dei “buchi” nello spazio che non erano tali, ma piuttosto dei vuoti riempiti di particelle che non potevo comprendere nonostante il mio nuovo livello di coscienza, malgrado il mio stato “sovra-dimensionale”: forse delle proto-galassie?
E ce n’erano così tante da vedere, da percepire, ed io potevo sempre discernere dove si trovasse il nostro Pianeta! Dico “discernere”, perché, sebbene la nostra piccola Via Lattea fosse scomparsa, avevo ancora la possibilità di sentire il nostro Mondo ma senza vederlo.
E il mio viaggio proseguì sempre più lontano! Cominciavo ad individuare una curvatura nel mio percorso e realizzai che l’Universo era costituito da una grande Sfera contenente tutti i sistemi cosmici. Questo divenne sempre più evidente man mano che mi allontanavo in direzione della “zona oscura”, oltre il regno delle galassie. Eppure, anche allora, di tanto in tanto, altri ammassi stellari sparsi apparivano sulla mia strada.
Fu in quel momento che “sentii” una grande Presenza, una potente Presenza proprio dietro di me. Ebbi la sensazione di un rallentamento, esitando prima di superare quella barriera, mentre guardavo in basso verso la “Sfera” contenente il nostro Universo. Essa mi appariva trasparente e leggermente opaca, come se stessi contemplando il limite energetico del nostro sistema universale. Sembrava che l’immagine corrispondesse ad un atomo con i suoi elettroni.
L’impressione generale che ne serbo, è simile a quella di piccole sfere scolpite nell’avorio e inscatolate le une nelle altre, che si trovano in certi negozi di importazione. Ma non c’era nessun inizio né fine, nemmeno sfere più piccole o più grandi. Ciascuna di queste portava sempre ad un’altra analoga. Non ho mai potuto entrare nel guscio successivo.
Quando ho continuato il mio periplo verso questo nuovo universo, qualcosa cominciò ad attirarmi e fui improvvisamente ricondotto in avanti in direzione del nostro Universo, poi all’interno. Le altre galassie in seno al nostro sistema universale scomparvero.
Ebbi un’ultima visione dei bracci della Via Lattea ed ecco: ero di ritorno. Stordito, confuso, triste, con un enorme senso di vuoto, voglio dire di perdita di questo Amore, di questa Conoscenza e di questa Unità in cui mi ero trovato immerso. La mia esperienza di premorte era terminata.
Dopo questa esperienza, sono uscito dal coma a più riprese. Non avevo alcuna idea di quanto tempo fosse trascorso. Durante quel periodo ho vissuto dei sogni molto significativi, visioni e incontri con personaggi assai reali, aventi un corpo (fluidico), e con i quali potevo tenere delle conversazioni normali e logiche.
Allora, tutto è iniziato a ritornare alla mia memoria cosciente. Non potevo più reprimere questi ricordi e sapevo che doveva essere così. In questo modo, ho lasciato riemergere il loro flusso che è diventato così forte da convincermi che quello che avevo vissuto era reale, e non un’allucinazione o un sogno.
Ho compreso che siamo tutti unici e tutti “UNO” nello stesso tempo; che la sola cosa veramente importante è l’Amore. Questo è ciò che conta di più: l’Amore senza riserve, aperto, generoso. Tale Amore è capace di appagarci totalmente. Tutto il resto è superficiale.
Io sono cambiato per sempre. Ormai, molto semplicemente “IO SONO”. Noi siamo tutti UNO, siamo tutti “Dio”. O può essere che “Dio” sia tutti noi. Avevo pensato a questa frase della Bibbia: “Dio fece l’uomo a Sua immagine”. Io non professo alcuna religione in particolare, non l’ho mai fatto e sicuramente non lo farò mai, perché per me, esse hanno tutte ragione e tutte sono nell’errore… È l’uomo che ha cercato di quantificare, di legiferare ed anche di controllare l’aspetto spirituale della vita. Io so ora che il fatto di vivere e di amarsi gli uni gli altri è la sola vera religione.
Ciò che ho letto e scambiato con altre persone aventi vissuto la medesima esperienza, non ha fatto che confermarmelo. Possiamo forse descrivere ciò che abbiamo “visto” in termini diversi. Tuttavia, il messaggio universale d’Amore e di Perdono rimane immutabilmente lo stesso. Questa è dunque la mia esperienza, che è come un albero i cui frutti continuano a maturare in me, giorno dopo giorno. Dire che ciò mi ha completamente mutato, è nel contempo incredibilmente ovvio quanto riduttivo.
A volte mi viene da piangere per la tristezza di questo mondo e della vita di certi Esseri. Condivido, inoltre, molti sentimenti comuni con coloro che hanno vissuto una NDE, specialmente l’assenza totale di paura della morte.
È realmente tranquillizzante pensare che essa sarà un ritorno a quello stato meraviglioso che ho già sperimentato: questo sentimento sconfinato d’Amore verso tutti questi Esseri intorno a me, questa pace interiore. Ora, se è nelle mie possibilità di alleviare la sofferenza altrui, prendendola su di me, lo faccio volentieri. Suppongo che in molti si domandino: valeva forse la pena di morire per questo?
Ed io rispondo loro con gioia: Sì!”

Mark Horton

Hieronymus Bosch – Ascesa all’Empireo

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