di Padre Ulderico Pasquale Magni

Ciò che oggi manca alla Cultura Dominante è l’idea di “dualità”. Ma attenzione! L’idea filosofica, più o meno dialettica, schiava delle tre dimensioni, è finita, sia a destra che a sinistra, fuori strada.Il principio di “dualità” regge le composizioni musicali e se, nel tempo antico, la musicalità era virtù dei Cieli, un po’ più tardi, la musica si fece udire sulla terra.Limitiamoci mpure ad Orfeo e dei misteri degli orfici per non offendere l’orecchio dei non credenti: “Son figlio della Terra e del Cielo stellato. Ma, a dir vero, la mia stirpe è divina”. Ma, a questo punto, anche i non credenti debbono rischiarare l’orecchio. Si dice “è un mito che la musica di Orfeo trascinava con sé uomini e… animali!”. “Dualità musicale: dualità, non più la strada ma la corda: arpa o violino che sia. Non più la separazione di spazio e di tempo. Bensì “coniugazione” o, come si diceva una volta in astratto, “cronotopo”: “Krònos e topos”, tempo e spazio congiunti.Che sia questo una specie di prologo in vista di una più alta “coniugazione”? Lasciamo, per ora, in pace i teologi con la loro “coniugazione” tra Cielo e Terra. Lasciamo in pace i filosofi con le loro dispute fra destra e sinistra.Veniamo a noi: non tanto a ciò che abbiamo coperto, quanto a ciò che abbiamo scoperto.Diciamo scoperto nel senso di “Alétheia”, che vuol dire disvelamento.

E lasciamo, a becco asciutto, i docenti del “pensiero debole”. Noi qui non intendiamo dimostrare, come diceva un pensatore del “ pensiero forte”. Qui noi vogliamo semplicemente “mostrare”. Vediamo come stanno le cose. Ma ancora attenzione quando diciamo “vediamo” non pensiamo né alla caverna né al primo piano. Perché i piani sono almeno tre: il piano sensoriale, il piano tecnico sensoriale, il piano della “osservabilità concettuale”.

Quando la luce riscopre la luce 

La più alta scoperta della Storia Umana somiglia a un taglio di ombelico. Si esce, come essere che “non sa”, alla volta dell’essere che “comincia a sapere”. Tra il passato e il presente, tra il grembo della madre terra e l’orizzonte aperto della vita, c’è il “ taglio di un filo”. C’è la scoperta del “wireless”, del senza-filo. La scoperta-sogno del giovane Guglielmo Marconi divenuto ormai realtà pressoché universale. Scoperta di terzo grado se pensiamo al “atomon”, al “elctron”, al “foton”. Dire “foton” significa rifarsi alla luce. Ed è proprio questa scoperta della luce, che si rifà a se stessa, che costituisce qualcosa di non immaginato. Diciamo pure di inimmaginabile, finché si resta sulla strada nominata poco fa. Primo e secondo livello di una conoscenza scalare, ferma a metà della scala. Diciamo allora, subito, quel che vogliamo dire sulla fine. La cultura dominante attuale, sui due opposti versanti: “laica e religiosa” insiste su un ritardo di orologi, fatti se si vuole, d’oro e d’argento. E nel tempo d’avvento che ci si al Natale e alla Pasqua.Col taglio del filo operato dal “wireless” Guglielmo Marconi si rivela, sia pure in senso laico, come profeta: l’ultimo profeta del tempo passato il primo profeta del tempo a venire. Nella Scuola Romana di Comparazione e Sintesi in armonia culturale con lo “Studium Christi” nasce un orientamento nuovo, auspicato da personalità laiche e religiose a cominciare dagli ultimi Papi ma tuttora disatteso dalle istituzioni che contano.Allorché sul finire del secondo conflitto, in una Università romana, fu varato il primo incontro, promosso dallo Studium Christi intorno, non al dibattito ma al “dialogo” su “il Cristianesimo e le Scienze”, si affacciò la prima idea che oggi è giunta a maturazione. E, come dice un saggio del tempo classico, “contro una idea matura non c’è arma che valga ad abbatterla”.Nascerà tra non molto in Italia, in Europa, una nuova facoltà in armonia con la pienezza dei tempi. Scientifica e Teologica, non più sulle dissonanze ma sull’armonia “quale”- forse perché musicale – della conoscenza che giunge dall’alto e della conoscenza che tende verso l’alto. Duplice via di natura scalare, dal Cielo alla Terra e dalla Terra al Cielo. “Disse un antico saggio “Deus factus est Homo ut Homo fieret Deus”. Di natura scalare: piedi e terra, in ascesa “Cielo verso la luce. La scoperta della creazione, nel suo momento genetico”: “Dio disse “sia la luce” e la Luce fu”.Parola ideale e luce reale”. Modulata in frequenze cosmiche. 

 Umanità in cammino 

Il principio della Evoluzione vivente e pensante, aveva offerta l’occasione per una epistemologia illuminante alle umanità in cammino. Stravolto il senso di “creazione” si è fatto per un secolo, un conflitto culturale-religioso di cui l’uomo si di domani dovrà vergognarsi.  Sarà il telefonino a porre la domanda: tra i fononi delle corde vocali e il wireless, il senza filo dei fotoni e velocità della luce portatrici del messaggio, che parentela c’è?Se la Fisica Teorica parla di “salto quantico” ci sarà bene una ragione che ripropone il distacco dall’antico aforisma classico “non datur actio in distans”. E la ragione è rimasta celata sino al momento in cui il concetto di distanza ha varcato l’orizzonte delle “cose”. La scoperta del “universo copernicano” non chiudeva l’orizzonte della “creazione” a livello dei sensi. Né klo chiudeva a livello degli strumenti, sia pure mirabili, proiettati sulla immensità del macrocosmo stellare e galattico. La saggezza del Maestro insegnava a cominciare dal “piccino”: tanto piccino da essere trascurato come “inesistente”. Proprio come la cultura dominante attuale. Non è bastato il taglio del filo e l’ascesa a livello della “osservabilità concettuale” per “cambiare di mente”. “In mezzo a voi c’è uno che voi non conoscete”, diceva il penitente del deserto ai soliti cittadini girovaghi e svagati. Chi tentasse di identificare questo sconosciuto sull’ultimo oggetto comparso nello scenario umano, sarebbe considerato un minorato mentale. Ed ecco che, proprio questo oggetto parla oggi alla mente con un linguaggio mentale più preciso di non pochi cattedratici. Qual è il guaio? E’ quello che si disse della televisione la regina del wireless. Chi parla o si mostra nel televisore può essere un buffone di settima categoria. Può essere un ciarlatano di piazza o di strapazzo. Chiediamo al telefonino qual è l’origine dell’universo. E ci dirà di sé come del Tutto: “Parola e Luce”. Luce non solo in senso metaforico, bensì in senso schiettamente fisico. Diciamo pure, tanto per restare legati alla luce del suo filo, in senso fotonico. La luce è il tessuto universale di un universo che si appella a ciò che c’è di più Alto: la parola, l’idea, il pensiero, l’anima spirituale, il Mistero di un Essere Creatore. Così è in Terra. Così è in Cielo. Così disse il Cristo, parlando di un Dio che l’ha visto “nessuno”. E che Lui è in grado di rivelare. Arrivati a questo punto, scoppiano le polemiche. Scoppiano i fuochi di artificio, le lotte di religione, dei conflitti tribali, agli attuali tribunali di guerra o di pace, di terrorismo e di menzogna. All’inizio del terzo Millennio di un’Era che si intitola al Cristo, in un pianeta che vuole essere: “humana domus generi humani”, cioè casa dell’Uomo, a livello della luce e del Sole “Homo solaris” il metodo più efficiente si mostra ormai con evidenza universale. Se il metodo duale, evidente in musica-lunghezza d’onda e frequenza, ci guida nel cammino fino ai piedi della gola, alle corde vocali, ai fononi – fonos, fonografo – e pertanto il mondo delle vibrazioni molecolari, il medesimo metodo duale ci apre la strada in altezza, sino alla soglia della vibrazione fotonica. Veniamo alle dottrine  che sono nel mondo sul tema della esistenza di tutte le cose, di tutti i viventi, di tutti gli umani. Al vertice – nonostante i cultori del caso, gli adoratori del Caos che si tirano la zappa sui piedi – viene rappresentato un Dio. Il Dio della Luce e del Pensiero. All’opposto, per i radicati dualisti, c’è qualcosa di anti-Dio, di oscuro, di negativo, di tenebroso. Diciamo pure un “Dio delle tenebre”. Senonché il gioco dei contrari in assoluto ai quali si vorrebbero aggrappare i teorici dell’antimateria finisce nel momento in cui il sogno marconiano del “wireless” taglia il filo con tutto un passato e riaccende un filo di luce sino a ridare la vista anche ai ciechi. Senza perderci nei meandri frequentati dafli ubriachi di parole e di sofismi domandiamoci – gente d’Oriente e d’Occidente – popoli del Sud e del Nord – qual è il più alto livello fra tutte le dottrine del Creato e dell’esistenza, alla luce dei fatti. Bastano due parole per dire come “cammina un messaggio” nel mondo del “wireless”. Nel mondo della fisica di frontiera. Nel mondo di tutte le comunicazioni a distanza. Bastano due parole, quasi in un crocevia, come si coniuga il più Alto mistero Cristiano. Incarnazione- Risurrezione. “Verbum caro factum – caro lux facta est” e tutta la storia parla di un “corpo organico” tutta la Scienza scopre l’esistenza del “corpo di luce”. Di Resurrezione il Cristianesimo parla da venti secoli, per due interi millenni. Il cammino della Umanità giunge a questo orizzonte dell’alba del Terzo Millennio. Dre che tutto questo segna un crepuscolo d’alba-e non già di tramonto – non è più soltanto linguaggio di fede. E’ il nuovo “Fuoco” portato da Gesù sulla Terra come Egli disse e predisse.

“Il fuoco fonde ma non confonde”. Solo i venditori di fumo, intorno al focolare o al di fuori del focolare, tenteranno le vendite e il contrabbando. Non c’è speranza, davanti a uno che sa come cacciare i “mercanti dal Tempio”.