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 La storia della mamma di Leo

Come il dono della scrittura automatica ha trasformato la sofferenza in forza d’amare.

Desideriamo parlarvi di una madre che abbiamo conosciuto proprio grazie ad uno di questi incontri e che, con ferrea volontà e grande fede, dal suo dolore per la perdita del figlio ha saputo trarre la forza per divenire missionaria di speranza e d’amore.

Si tratta della signora Lina S., un madre ‘orfana’ che, dopo aver attraversato il baratro del dolore più terribile, è giunta, non senza fatica, a quella pace interiore propria di chi cerca nel modo giusto sapendo ‘interpretare’ la sofferenza trasformandola in forza d’amare.

L’abbiamo conosciuta in occasione di un incontro che lei stessa aveva organizzato a Molfetta, per me e Franco Predieri, presidente dell’associazione Grazie mio Dio, a cui partecipò un nutrito gruppo di persone interessate fra cui molti genitori.

Desidero, quindi, tracciare brevemente il profilo di questa madre coraggiosa e degna di tutto il nostro plauso allo scopo di renderne più chiara la vicenda umana e spirituale.
Lina è la mamma di Leo, passato all’Altra Dimensione il 19 luglio 1982, ad appena 35 anni di età, dopo sette anni di sofferenze causate da una grave malattia. La notte stessa del trapasso avvenuto alle ore 19.00, Lina, che si trovava in una stanza d’albergo poiché nell’ospedale non era possibile rimanere di notte, ebbe la visione del figlio che la chiamò “Mamma, mamma, mamma”. Lei ebbe appena il tempo di ribattere “Leo!” dopodiché il figlio scomparve. La nuora, che si trovava con lei, pur non avendo visto niente si accorse che a sua suocera stava capitando qualcosa di strano.
Da questa prima esperienza straordinaria passarono circa tre anni in cui Lina visse nella più completa prostrazione, poi, una volta le capitò di leggere il libro di Lino Sardos Albertini, “L’Aldilà esiste”, e rimase molto colpita da come l’avvocato di Trieste fosse giunto a dialogare con il figlio Andrea tramite una signora che praticava la scrittura automatica.
Anche lei provò il desiderio di comunicare con l’amato Leo e volle parlarne con un sacerdote domandandogli se certe pratiche fossero da considerarsi peccaminose oppure fossero consentite.
Il religioso la tranquillizzò, tuttavia passò ancora del tempo prima che per Lina si aprisse la porta di un vero e proprio dialogo con il figlio. Infatti, nel 1989, mentre stava leggendo un giornale, sentì improvvisamente quella spinta particolare di chi pratica la scrittura automatica. Prese un pezzo di carta e lasciò che la mano andasse da sola. La penna prima scrisse la sola lettera “L” poi continuò completando il nome “Leo” e, di seguito, “mamma luce bella – Dio Luce” e, infine, “missione fare insieme”.

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Foto 1 – Lina e la sua testimonianza di “scrittura automatica”

Nonostante questo primo incoraggiante contatto spontaneo da cui già si intravedevano gli intenti di Leo, Lina continuava ad essere titubante sempre nel timore di disturbarlo.
In seguito, però, sentendosi sempre più spinta a prendere la penna in mano, decise di consultare nuovamente un sacerdote che la invitò a un colloquio con un frate psicologo. Quest’ultimo, durante il suo colloquio con Lina, le chiese di fare un esperimento, cioè di provare a scrivere davanti a lui e lei acconsentì.
Il frate, dopo aver ben ponderato ed analizzato il caso, le disse che non doveva preoccuparsi perché lei non era una esaltata, anzi, il suo era un dono che doveva saper usare nel modo giusto.
Occorre fare una precisazione: Lina esegue la sua scrittura automatica utilizzando la mano sinistra, anziché la destra che è la sua mano abituale, e la penna le si attacca letteralmente al palmo che lascia semiaperto. Inoltre esegue, sempre con lo stesso metodo, complessi disegni dalla difficile interpretazione.
Una volta volle mostrare questi ultimi a Padre Magni, il noto sacerdote epistemologo. Lui le disse che tali raffigurazioni avrebbero meritato uno studio più approfondito.
Grazie a questi messaggi ad alto contenuto spirituale che le giungono da Leo mediante la scrittura automatica, Lina ha iniziato ad aiutare altri genitori “orfani” allo scopo di alleviare la loro sofferenza e condurli sulla strada della fede in una Vita Oltre questa, in una Dimensione di Luce e Amore dove i loro figli continuano a vivere.
Leo, dall’Aldilà, non ha mai fatto mancare alla madre dei chiari segni di amore e gratitudine e, un giorno, si materializzò mostrandosi a lei. Accadde che, mentre Lina si trovava da sola in casa sua seduta comodamente nella sala da pranzo mentre stava leggendo un giornale, all’improvviso vide che la stanza dove lei si trovava si stava illuminando di una intensa luce dorata, poi, accanto a lei, apparve Leo, vestito della stessa luce d’oro che era intorno. Lina non si spaventò, anzi, si sentì pervadere da un senso di grande serenità e pace. Prese la mano del figlio tra le sue e, meravigliandosi di poterla toccare e sentirla così viva, gli chiese “Come mai posso toccarti e ti sento vivo?”. Leo le rispose “Attraverso un canale e all’angolo ci incontriamo”. Lina volle chiedergli ancora “Come mai muoiono così tanti giovani?”, Leo le disse “Non posso rispondere, devo andare…” e scomparve.
La stanza tornò alla sua luce naturale e Lina si accorse che una foglia della pianta che si trovava nel punto esatto dove era apparso suo figlio si muoveva leggermente, come se un leggero vento l’avesse mossa.
A differenza della prima volta in cui apparve alla madre per pochi attimi nella notte del suo trapasso, Leo si mostrò avvolto in una chiara luce dorata e la madre poté toccarlo e avvertì la sensazione di persona vivente.
Poco dopo questa straordinaria esperienza sono accaduti a Lina altri episodi straordinari come, per esempio, quello di ricevere messaggi dal figlio anche attraverso il telefono e, circa tre anni fa, mentre stava parlando con un’amica, udì nitidamente la voce di Leo che si intromise tra le loro voci e disse “Mamma, fare assemblea. Mamma, la Preghiera. Senza le opere belle si inaridisce, dovete fare opere belle…”, e ancora “Devi aiutare le mamme e i giovani…”.
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Foto 2 – Uno dei messaggi lasciati da Leo

Da queste chiare parole del figlio, Lina comprese che era giunto il momento di creare qualcosa di nuovo e decise di fondare un gruppo di preghiera al quale dette il nome “Resurrezione” e di cui fanno parte genitori orfani dei figli, vedove e giovani.
Tale gruppo si riunisce periodicamente per la preghiera ed è guidato da un frate cappuccino, inoltre, di recente, su richiesta esplicita di Leo dall’Aldilà, è stato raccolto del denaro per acquistare una campana e una statua della Madonna che sono state donate a una chiesa in Albania.
Dopo un po’ di tempo, per ringraziare sua madre e il gruppo di preghiera per questo atto di stupenda generosità, sempre mentre lei parlava al telefono, Leo le fece udire il suono squillante di una campana.
Quindi abbiamo potuto constatare quante cose belle abbia creato questa madre coraggiosa e come talvolta, anche dal dolore più terribile che pare senza via d’uscita, possa nascere un modo nuovo di essere.

Anche la sofferenza subisce una metamorfosi e diviene forza d’amare.

Questo è patrimonio di coloro che si sono abbandonati totalmente all’Amore di Dio e, pur vivendo con i piedi sulla Terra, hanno già modo di assaporare un po’ di quella gioia sublime di cui ci parlano spesso le nostre Anime dall’Aldilà.

A proposito dell’amore concludo trascrivendo di seguito una frase di Jean Guitton:

“Credetemi, chi ha creduto all’Amore, anche se avesse sbagliato, non avrà mai sbagliato”.

La Mamma di Leo