Ciao, Babbo

   Caro babbo, sono le 4,03´ del giorno 11-02-2001, il 1° dei miei lunghi futuri periodi senza di Te. Non riesco a dormire, alle 3,00 mi sono svegliata; ieri, l’altro ieri, mi vestivo e venivo da te; ora, anche ora, mi sono vestita; dove vado? Chi ha bisogno di me? Se esco, sono convinta che anche la mamma cammina per la casa, per lei sarà ancora più dura, quella gran casa, senza di Te, la tua presenza si vedrà ancora, all’infinito. Tu che scrivi, riordini le tue rubriche, le medicine, compili le schedine del Totocalcio, sempre senza vincere; ed io che speravo ogni tanto nel colpaccio! Sai perché? Perché così con i soldi potevo fare venire giù da Montecchio, Paola, mia sorella che lassù sento tanto lontana. Che vuoto in questo cuore, quanto mi manchi; non credevo che un dolore potesse fare così male. Il nonno mi ha detto che non devo piangere, ho provato, ma non ce la faccio a non farlo. Ho bisogno di sfogarmi! Io vedo, io so che il babbo è in cielo, su una nuvoletta, dove domina la Terra, vedo che è felice, ma noi, non riusciamo a capire. Vorrei uscire, vedere se anche la mamma piange, aspetto che sia giorno, poi andrò. Sono stanca, ma non riesco a coricarmi, penso alla settimana appena trascorsa.
I miei nonni, che ora non vedo più sulla terra! Da giovedì scorso la loro presenza quaggiù era costante , non andavano via. “ Aspettavano” dicendo, “ Siamo in attesa” e attendevano. Non dimenticherò mai questa cosa, perché era troppo reale. Loro, i miei nonni che il pomeriggio di un giovedì dopo 5 giorni dal funerale del nonno sono comparsi al centro della mia sala da pranzo; io stiravo, il nonno mi ha detto: Marta, io sono sereno, sto bene qua, ho incontrato la mia Palmina ( la moglie morta circa 16 anni prima) e sono sereno! Ma presto verremo a prendere nostro figlio! Io ho risposto mentalmente NO ( mio padre nella mattina era stato ricoverato d’urgenza dopo una crisi respiratoria ). Ma lui mi ha detto: “sì presto verremo a prenderlo ma non sarà una cosa imminente, ma tu non devi piangere!” Come per farmi capire che lassù anche lui sarebbe stato meglio. Da quel momento la presenza dei nonni non mia ha più lasciata, li vedevo tutti i giorni, sempre nitidi nelle immagini, dopo 3 giorni incominciarono a sbiadire, io gli dicevo “ andate via “ ma in nessun modo riuscivo a scacciare le loro immagini anzi mi dicevano : “non possiamo andare via, stiamo aspettando!” Io capivo che i giorni si accorciavano e che il tempo passava. I nonni continuavano a sbiadire e nel frattempo il babbo non rispondeva alle terapie, peggiorava. Il pomeriggio del venerdì ho visto che le immagini si sollevavano da terra per salire verso il cielo, allora ho capito che presto sarebbe arrivato il momento. Non volevo, ma loro continuavano a salire e il babbo peggiorava. Alle 6,00 circa del sabato mattina il babbo è un peggiorato ma dopo poco si è un po’ ripreso, ma i nonni continuavano a salire, allora ho capito che presto sarebbe morto, che presto sarebbe andato via! Ma non volevo crederci anche se avevo notato che stava peggiorando, scacciavo quest’idea ma vedevo i miei nonni continuare a salire. Mio fratello e mia sorella vennero a darci il cambio ed io e mia madre andammo via, prima di uscire dalla stanza ho visto un suo occhio un po’ aperto ed il torace sempre più debole, le ho fatto un cenno non so con che significato , guardandolo con un presentimento ma nello stesso tempo con la speranza di rivederlo vivo al mio ritorno.
Mentre accompagnavo a casa mia madre i nonni continuavano a salire sempre più in alto e questa volta la centro c’era anche il mio babbo, chiedevo ai nonni “ non andate, aspettate” ma loro in coro mi hanno risposto “ non possiamo, dobbiamo andare!”. Circa 3 ore dopo mio fratello mi chiama: “Marta mi sa che il cuore del babbo non batte più” Alla mamma dico che dobbiamo tornare all’ospedale perché si è aggravato. Chiedo ai miei nonni di farcelo salutare un’altra volta, ma capisco di chiedere l’impossibile, cerco di trattenerli con il pensiero, ma loro sfuggono, continuano a salire. Arriviamo corro da lui per vederlo ma se n’è andato! Lo tocco, lo chiamo, attendo un suo minimo sussulto, ma lui non si muove, e continua a colpirmi la sua immagine che sale. Lui è su una nuvoletta con i suoi, e sapete, finalmente sereno, beato, rilassato e senza sofferenza, come una volta quando andava di qua e di là pieno di vita, lui ora è felice, ma noi….
Sono le 5,38 ho bisogno di uscire, vado dalla mamma le porterò il giornale.
Ciao babbo!

Marta