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Di Felice Masi*

 

Sull’argomento “medianità e schizofrenia” posso consigliare il libro di Pierre Janet Disaggregazione, spiritismo e doppie personalità, riedito di recente (1996), e dunque ancora attuale, dalla casa ed. “Sensibili alle foglie”; ma lo scritto risale alla fine dell’800, essendo lezioni e brani scelti dall’opera maggiore di quell’autore L’automatisme psychologique, del 1889, rielaborata nel 1929. Del resto, tutti gli studi, e i libri, sulle personalità doppie, multiple, alternanti (la schizofrenia, nel senso in cui lascia intendere la domanda, è una psicosi caratterizzata dalla scissione della personalità) risalgono agli anni a cavallo tra l’800 e il 900, poi, chissà perché, sono stati abbandonati. Con questo, intendo dire che non vi sono, per quanto io ne sappia, testi recenti dedicati specificamente ed esclusivamente al tema del rapporto tra crisi medianica e psicopatologia; di esso si parla invece, qua e là, in capitoli o in alcune parti di libri di psichiatria o di parapsicologia, quando la materia viene in considerazione. Io stesso (non per citarmi ma per fare un paragone) ne ho parlato più volte nei miei articoli sulla rivista “La Ricerca Psichica” ma sempre non direttamente bensì in occasione di altri articoli in cui sorgeva il problema della differenziazione e di fronte (e in difesa) ad accuse ingiuste. Naturalmente, i testi di psichiatria sono, in genere, riduttivistici mentre più obiettivi sono quelli di parapsicologia. De resto, il problema è molto più complesso di quanto appaia a prima vista, la risposta non può essere un SI o un NO secchi ed esige inoltre ampie conoscenze anche di antropologia (sciamanismo), psicologia del misticismo, doppie personalità e personalità rimosse e latenti, possessione (che non è solo quella cosiddetta “diabolica”), stati modificati di coscienza e altro. Posso quindi indicare altri libri che occasionalmente ne parlano: Psicopatologia dei fenomeni occulti, di C.G. Jung, che fu la sua tesi di laurea, edito in Italia da Boringhieri nella collana delle opere junghiane; La ricerca psichica, di E. Servadio, 1930, pp. 30 e segg; Trattato di parapsicologia, di R. Sudre, ed. Astrolabio, pp. 50 e segg.; Lo sciamanismo e le tecniche dell’estasi, ed. Mediterranee, di M. Eliade, pp. 42 e segg.; Religione o psicoterapia?, raccolta di scritti di psicanalisti della religione, a cura di M. Aletti, che tratta in alcuni capitoli del rapporto (analogo) tra misticismo religioso e psicopatologia; Stati modificati e trance (ed. “Sensibili alle foglie”) e Saggio sulla trance /ed. Feltrinelli), di G. Lapassade. Ce ne sono anche altri ma sono sufficienti questi. Di mio, apparso sulla mia rivista, posso indicare, tra l’altro, il n. 3, anno IV (1997) dedicato interamente al fenomeno della possessione, e in esso, specificamente, la parte I “Aspetti psicologici”; e Autonomia e potenza di uno Spirito disgregato, nel prossimo n. 3 anno X (2003). Detto in pochissime parole, il problema si risolve così: a) sia il medium in trance (e il mistico durante la crisi religiosa) che lo schizofrenico in fase delirante vivono (cioè vedono e sentono) una realtà separata, diversa e loro personale e che non è quella (ordinaria) che vediamo e sentiamo tutti noi altri; b) il medium (e il mistico) credono all’altra realtà che vedono, sanno bene e sono convinti che anch’essa è vera e reale, ma non confondono e distinguono bene le due realtà, sanno bene che quello 2 che vedono e vivono in trance (e in estasi) non è una realtà di questo mondo ma appartiene a un’altra dimensione esistenziale; tornati allo stati normale, sono razionali e vivono (sanno vivere) normalmente la vita ordinaria, si comportano in questa come questa richiede; c) invece lo psicotico confonde le due realtà, cioè è convinto e ritiene che la realtà personale che egli vive e le sue visioni e allucinazioni personali siano la realtà del mondo; perciò si comporta, nella vita quotidiana, in funzione di queste e non è capace di vivere come la vita reale richiede; corrisponde, nelle sue risposte comportamentali, a quelle sue visoni e allucinazioni; ad es., se crede di essere un uccello o “vede” un angelo che gli dice di volare con lui, ne è convinto e si butta dalla finestra (mentre un medium o un mistico, anche in stato oobe, sanno bene che quella è una realtà non di questo mondo e non lo fanno); d) in conclusione, il medium (e il mistico, e lo sciamano), anche se hanno le loro visioni dell’altra realtà, sono razionali e “sani di mente”, cioè sono ben integrati nella realtà di questo mondo, che percepiscono bene e sanno distinguere nelle sue coordinate e nella quale sono capaci di muoversi adeguatamente; invece lo psicotico, per la confusione che fa, non distingue ed è alienato dalla realtà di questo mondo. Questa è la distinzione essenziale e primaria fra i due stati e le due personalità. Invece, questa distinzione non deve essere fondata sul fatto (presunto a priori) che l’altra realtà, vista dal medium e dal mistico, è vera mentre le allucinazioni dello psicotico sono false e irreali. Chi lo dice? Il soggetto interessato? Partendo da questa considerazione, gli scettici ci dicono che anche le visioni del medium e del mistico sono delle allucinazioni. Oltretutto, questo secondo criterio non è fondante perché anche le visioni e le impressioni del medium e dello pseudomistico possono talvolta derivare dal suo inconscio e da sue istanze insoddisfatte profonde; mentre anche le immagini, le voci, le cose che lo psicotico dice di vedere e sentire potrebbero talvolta non provenire dal suo inconscio o da sue deficienze organiche ma appartenere a un’altra realtà che noi non vediamo (ma, anche in questo caso, resta il fatto che le sue risposte, conformate a una realtà non di questo mondo, sono inappropriate alle esigenze della vita ordinaria).

 

*Il Dott. Felice Masi, purtroppo, è venuto a mancare  non molto tempo fa. Grazie alle sue preziose ricerche e sperimentazioni nel campo della Ricerca Psichica abbiamo potuto ampliare le nostre onoscenze e a Lui dobbiamo eterna riconoscenza. Desideriamo ricordarlo come un vero e autentito amico, amante della verità e della ricerca nel campo della Parapsicologia. Ci onoriamo di averlo conosciuto e di aver potuto condividere con lui straordinarie esperienze.