Rosa doppio boccio

LE SORELLE RITROVATE

di Franco Predieri

Questo è capitato proprio a me… è una delle tante testimonianze che ogni giorno mi capita di leggere o ascoltare da persone che frequentano la nostra associazione Grazie Mio Dio e che poi inseriamo sull’omonimo sito.

Nell’aprile 2008 è venuta a mancare la mia vecchia zia Norma, unica sorella di mia madre, che abitava a S.Arcangelo di Romagna. Una zia che, per me, è stata del tutto in quanto mi fece conoscere Don Angelo Fantoni, il prete carismatico di Verniana che operò la mia guarigione (vedi su questo sito nel Menu “La storia di Franco”, quindi cliccare sul titolo “Grazie Don Angelo”).

Come dicevo, appunto, la zia Norma lo aveva conosciuto per le sue straordinarie doti e quando mi ammalai a 20 anni per una patologia che non lasciava speranze lei insisté perché, come ultima spiaggia, accettassi di incontrare Don Angelo.

Da quel primo incontro con lui è poi cambiata tutta la mia vita. Non solo ho riacquistato la vista e l’uso delle gambe ma mi sono sentito cambiato “dentro”.

Il preambolo è necessario per far comprendere quanto importante sia stata per me la zia Norma e quale affetto e gratitudine profondi nutrissi per lei.

Mia madre e mia zia nacquero in America e quando le due bambine erano ancora piccole mia nonna venne a mancare per cui il nonno se ne tornò in Italia con loro. La zia Norma, essendo più grande di mia madre di 5 anni si prendeva cura della sorellina proteggendola e curandola cercando così di alleviare l’incolmabile vuoto che la mamma aveva lasciato.

Entrambe sono cresciute e si sono sposate. La zia Norma è rimasta in Romagna mentre mia madre, sposando mio padre, si trasferì a Bologna.

Tuttavia le due sorelle erano attaccatissime fra loro, di un legame che fin dalla perdita della madre si era particolarmente intensificato. Mia madre, ogni giorno, si sentiva al telefono con sua sorella anche per un banale consiglio.

Quattro anni fa, alla bella età di 84anni, mia madre è passata a Miglior Vita con il grande rammarico di non aver più potuto riabbracciare l’amata sorella che abitava lontano da lei.

In sua memoria, non potendo andare spesso al Cimitero di Bologna a visitare la sua tomba, io e mia moglie abbiamo piantato una rosa in giardino e l’abbiamo chiamata Ada, proprio come lei. Mia madre era una grande amante dei fiori ma per le rose aveva una particolare predilezione.

La pianta di rosa, quindi, vive nel nostro giardino da quattro anni e ogni anno, puntualmente a ogni primavera, fa sbocciare tante belle rose corpose, di colore giallo sfumato di rosso.

Questa primavera, quando è venuta a mancare mia zia Norma il primo pensiero che abbiamo avuto è stato .

Poi, dopo 3 giorni dal funerale della zia, quasi a volermi dare la conferma che il mio pensiero era giusto, ci siamo accorti che sulla pianta di rosa Ada dedicata a mia madre, era nato solo un bocciolo “doppio”, cosa mai accaduta prima né successivamente.

Rosa doppio boccio
La rosa a doppio boccio

Qualcuno potrebbe dire che le rose possono avere boccioli doppi… certamente, ciò è cosa possibile… ma perché la mia rosa, l’unica che ho dedicato a mia madre chiamandola Ada, mi ha dato quel fiore doppio a pochi giorni dal funerale della zia e mai nessun’ altra rosa del mio giardino?

Perchè, dopo quel fiore, non ne sono nati più “doppi” come quello?

Ma guardiamo bene la foto. Non sembra che i due boccioli si “abbraccino”?

E’ mia madre che, a conferma del mio pensiero, mi ha voluto dire tramite la sua rosa .

Franco Predieri